Psicologo Roma - Il trattamento di Ansia e Attacchi di Panico

 

Psicologo Roma presenta in questo articolo un modello di intervento per il Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) e per il Disturbo da Ansia Generalizzata (GAD), che si è rivelato efficace e potente. Dopo una breve descrizione dei disturbi analizzeremo le fasi dell'intervento che può seguire lo psicologo e che vengono seguite da ogni psicologo presso EmotivaMente - Studio di Psicologia di Roma.

 

 

in questa pagina:

 

- La descrizione di Psicologo Roma del Disturbo d'Ansia Generalizzata e del Disturbo da Attacchi di Panico

- L'incontro con lo Psicologo per la cura di Ansia e Attacchi di Panico

- Psicologo Roma descrive le 3 principali caratteristiche di chi soffre di Ansia e Attacchi di Panico

- Ritornare a stare bene tranquillizzandosi e ricominciando a fare tutto

- Cambiare gli aspetti di Personalità che riportano all’Ansia

- Altri aspetti importanti

- Contattaci pure

 

 

La descrizione di Psicologo Roma del Disturbo d’Ansia Generalizzata e del Disturbo da Attacchi di Panico

            Mentre ci accingiamo a descrivere i disturbi dell’ansia dobbiamo senz’altro precisare che l'ansia ha una funzione, per la nostra organizzazione, essenzialmente protettiva da quei pericoli che avvertiamo come pericoli provenienti dal mondo esterno. E’ un segnale di allerta che ci consente di mettere in campo energie e risorse utili ad una reazione adeguata. Stiamo dicendo, insomma, che senza ansia non potremmo sopravvivere. E’ l’ansia, infatti che ci consente reazioni coerenti a ogni condizione in cui è necessaria la nostra massima attenzione.

             Non dovremmo sottovalutare la piacevolezza di provare una certa dose di tensione e ansia che spesso cerchiamo attivamente scegliendo, per esempio, un film con più suspense o un’attività sportiva che ci consente di competere con gli altri o di mettere alla prova noi stessi e il nostro coraggio.

              Detto ciò, diventa necessario distinguere tra ansia fisiologica e ansia patologica. La prima ci fa rispondere agli stimoli con attenzione, la seconda genera disagio, stress e frustrazione. Così i due tipi di ansia (ansia fisiologica e malattia dell’ansia) differiscono proprio per la diversa forza con la quale percepiamo questa emozione e per la quantità di malessere e disagio con i quali ci mettiamo in relazione agli eventi siano essi interni o esterni a noi.

                La definizione del Disturbo da Ansia Generalizzata lo delinea come uno stato in cui si prova un costante ed ingiustificato senso di preoccupazione verso un qualunque evento generando sintomi per almeno sei mesi. I sintomi che sono presenti nel DAG - Disturbo da Ansia Generalizzata - sono:

 

- persistente inquietudine: i soggetti temono il peggio e non possono controllare il loro stato di apprensione

 - insonnia

- cefalea

- sudorazione, tachicardia, vertigini, diarrea, ecc.

- aumento dello stato di vigilanza

- difficoltà di concentrazione

- dolori muscolari

 

               Il Disturbo da Attacchi di Panico è caratterizzato dall'improvviso verificarsi di un senso di paura senza alcun motivo particolare o apparente, durante il normale svolgimento delle attività quotidiane.

                La maggior parte degli attacchi di panico raggiunge la massima intensità entro 10 minuti ed i sintomi sono caratterizzati da iperventilazione, tremori, movimenti oscillatori, sensazione di caldo o di freddo, sudorazione profusa, nausea, palpitazioni, dolori al petto. Alcuni presentano il fenomeno della depersonalizzazione ossia hanno la sensazione di trovarsi all'esterno del proprio corpo e di guardarsi dall'alto. Altri hanno invece la sensazione che il proprio corpo sia irreale, in questo caso si parla di derealizzazione. Ogni attacco può provocare una preoccupazione sempre maggiore, chiamata ansia anticipatoria che può aumentare fino a colmare le ore o le giornate che separano un attacco da un altro.

 

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L’incontro con lo Psicologo per la cura di Ansia e Attacchi di Panico presso il nostro studio di Roma

           Molto di rado, quando si avvertono sintomi che si riferiscono ai quadri psicopatologici del disturbo da Ansia Generalizzata (GAD) o del disturbo da Attacchi di Panico (DAP), si chiede subito l’aiuto dello psicologo. Solitamente chi si rivolge ad uno psicologo ha sperimentato svariati tentativi di soluzione del proprio disturbo ansioso (con o senza attacchi di panico); ha provato a convincersi di non avere alcun tipo di problema; ha convissuto per un periodo più o meno lungo con il disagio e la paura; ha chiesto aiuto con risultati più o meno convincenti a parenti e amici, a qualche medico di base o sacerdote.

               Più volte periodi difficili e periodi tranquilli si sono alternati più o meno a lungo, spesso per anni. Si arriva così dallo psicologo stanchi e scoraggiati, bisognosi di un aiuto rapido, efficace e professionale. I pazienti che incontriamo, inoltre, hanno bisogno di capire cosa sta succedendo nelle loro vite (e nelle loro teste) e di essere rassicurati che tutto possa finire presto e che la vita possa riprendere un corso normale e sereno.

               La prima cosa che deve succedere nello studio di uno psicologo, o almeno quello che noi di Psicologo Roma e dello Studio di Psicoterapia di Roma EUR EmotivaMente riteniamo giusto che succeda, è che il paziente possa sentirsi davvero accolto e compreso.

                Non si fa riferimento ad atteggiamenti formali o a comportamenti affettati ma ad una sincera disponibilità da parte dello psicologo ad ascoltare, e capire la storia, le difficoltà e gli sforzi fatti dal paziente per venire a capo della sua situazione. Accogliere, per lo psicologo, vuol dire non giudicare e fornire un sostegno adeguato a ciascuno per permettere l’espressione di se stessi, delle risorse e delle difficoltà. Comprendere, per lo psicologo, vuol dire sintonizzarsi con il paziente, empatizzare con i suoi vissuti emotivi e convalidarne le emozioni.

              Solo se questo accade, e nel rapporto con lo psicologo c’è accoglienza e comprensione, un paziente potrà sentire di essere arrivato nel posto giusto e nel lavoro con quello specifico psicologo arrivare a mettere a punto nuovi modelli di comportamento e strategie funzionali al superamento del disturbo. Inoltre, quando si arriva nello studio di uno psicologo, si cerca una spiegazione. La domanda che in un modo o nell’altro ogni paziente pone allo psicologo è: “Perché mi succede questo? Perché proprio a me?”.

              Seppure ogni individuo sia diverso (e solo nel corso della psicoterapia le informazioni raccolte delineeranno un quadro personale e più dettagliato della spiegazione e della storia del disturbo), intanto, durante il primo incontro troviamo utile fornire una spiegazione generale del disturbo ansioso o da attacchi di panico basata sui dati che emergono dalla ricerca scientifica.

              La descrizione dell’eziologia diventa anche principio organizzativo dell’intervento. Così, in pratica, nel primo incontro, dopo aver spiegato come nasce l’ansia (spiegheremo questo nel prossimo paragrafo) delineiamo la nostra strategia di intervento: il canovaccio che segue lo psicologo nella cura del disturbo di ansia o nel disturbo da attacchi di panico (che, in fondo, è l’argomento principale di questo articolo).

                   Prima di occuparci diffusamente e in modo particolareggiato di questi ultimi aspetti riteniamo utile delineare un ultimo punto rilevante nel lavoro dello psicologo per il superamento del disturbo ansioso o del disturbo da attacchi di panico: nel lavorare con il paziente ansioso non basta fare in modo che egli diventi più resistente allo stress cosicché possa continuare ad affrontare la sua vita nel modo che gli era solito prima della crisi; lavorare con il paziente ansioso significa, soprattutto, permettergli di vivere bene, ristabilendo parametri più giusti e rispettosi di sé. Vedremo cosa significa questo nel corso dell’articolo.

                 Intanto, rispondiamo alla prima domanda: “Gentile Psicologo Roma, perché tutto ad un tratto, si diventa ansiosi in modo patologico o si comincia a soffrire di attacchi di panico?”

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Psicologo Roma descrive le 3 principali caratteristiche di chi soffre di Ansia e Attacchi di Panico

               I pazienti che soffrono di ansia generalizzata o attacchi di panico (con o senza agorafobia) presentano una serie di caratteristiche specifiche e peculiari che li fanno differire dal resto delle persone che non soffrono di ansia: 

- Non si sanno tranquillizzare

- Sono perfezionisti

- Non conoscono o Svalutano i propri sentimenti

 

              Entriamo nel dettaglio dei vari punti e analizziamo caso per caso cosa intendiamo dire.

 

                Quando diciamo che lo psicologo osserva che i pazienti che soffrono di ansia e panico “Non si sanno tranquillizzare” intendiamo il fatto che sembrano non usare tutta una serie di comportamenti che permettono di abbassare il livello di stress e ritrovare un livello di funzionamento “normale”. Alcuni comportamenti sono banali (fare una passeggiata, telefonare ad un amico o ad un parente, andarsene a dormire perché la notte porta consiglio, passare ad un altro compito più semplice e piacevole, ecc.) ed hanno a che fare con il distrarsi o l’allontanarsi dalla situazione stressante per un po’ in modo da recuperare le forze e una distanza emotiva che permetta di ritrovare la lucidità di pensiero e di uscire dal turbine delle emozioni. Altre di queste capacità possono essere più elaborate e hanno a che fare con lo sviluppare un bagaglio di conoscenze e attitudini particolari (ad esempio: fare yoga, training autogeno o autoipnosi, praticare la meditazione o le mindfulness) che permettono di sviluppare la capacità di perseguire costantemente il benessere nella propria vita quotidiana. In questa direzione sarà compito dello psicologo insegnare al paziente tecniche di Rilassamento e piccole strategie quotidiane per abbassare il livello di stress. Questo, così, è il primo passo che muoviamo presso Psicologo Roma e lo Studio di Psicoterapia di Roma EUR EmotivaMente. Per fare questo insegniamo tecniche specifiche di rilassamento e ipnosi e lavoriamo sull’organizzazione quotidiana e sull’agenda sia privata che professionale, in modo che una migliore organizzazione del tempo consenta di lavorare con meno stress. 

 

               Quando lo psicologo dice che i pazienti ansiosi “Sono perfezionisti” non dice niente di diverso da quello che questa affermazioni significa comunemente. I pazienti che soffrono di attacchi di panico con o senza agorafobia o con disturbo di ansia generalizzata tendono a non accettare l’eventualità di un errore, a voler essere perfetti subito, a volere sempre il meglio per i loro risultati e le loro performance. Sicuramente il loro comportamento è coerente con le loro aspettative: non sono tipi che si aspettano di ottenere il massimo con il minimo sforzo, anzi, sono attivi, presenti, impegnati e determinati a fare di tutto per continuare a migliorare e non si arrendono mai. Messo così il discorso, se pure è evidente che questi soggetti si sottopongano a tour de force senza darsi tregua, è altrettanto evidente che questo comportamento sia efficace e produttivo in relazione ai risultati. La situazione si complica, però, quando non ci si permette più di dire di no a colleghi, clienti e superiori, quando la paura di deludere impone un ritmo troppo frenetico a lavoro, in famiglia e nelle relazioni significative. Lentamente tutti intorno ai nostri soggetti si abituano al loro modo di fare e alla loro disponibilità e si aspettano che determinati livelli di performance siano mantenuti e tutto diventa più e più pesante.

 

                Cosa vuol dire lo psicologo quando dice ”Non conoscono o Svalutano i propri sentimenti”? Per comprendere meglio il secondo punto del nostro elenco proviamo a descriverlo con la descrizione di una situazione esemplificativa: In una situazione di tensione lavorativa aggravata da difficoltà nella sfera privata e familiare in molti ridimensionerebbero i propri impegni e cercherebbero di minimizzare “le perdite”, magari facendo presenti le proprie difficoltà emotive legate al fatto di combattere su due fronti. Le persone ansiose tendono a sostenere che, in fondo, “non fa male!”, usando strategie varie per non prendere in considerazione i propri sentimenti, oppure, a pensare che possono continuare a reggere tutto ancora per un po’, ad esempio lasciando che questo tempo si allarghi a dismisura. Per comprendere, questo può succedere alle persone ansiose non per un atteggiamento superficiale ma per un sincero ritenere che “non fa male”. Il fatto è che … fa male! La prova di questo è appunto il fatto che l’ansia, da segnale di qualcosa che non va, diventa così intensa da trasformarsi in disturbo pervasivo e invalidante.

 

                Perché succede questo? Quanto è genetico e quanto è frutto di apprendimento? Prima di tutto definiamo che non esiste il gene dell’ansia o dell’attacco di panico è tuttavia vero che alcune persone possono essere più predisposte di altre nel presentare in modo marcato alcune specifiche manifestazioni dell’ansia. In questo senso, su persone predisposte, le caratteristiche che elencavamo pocanzi fanno il resto. In una persona predisposta, la somma di perfezionismo, svalutazione dei propri segnali di difficoltà e stanchezza e l’incapacità di tranquillizzarsi, creano una miscela esplosiva ed instabile che prima o poi scoppierà.

                   Ad essere ansiosi, quindi, si impara.

                  Nello specifico le persone con un disturbo di ansia generalizzata il più delle volte soccombono precocemente in un contesto ansioso, mentre coloro che soffrono di attacchi di panico vengono spesso indirizzati ad essere forti e precocemente responsabili (se non iper-responsabili). In entrambi i casi non c’è spazio per un’educazione emotiva equilibrata, rispettosa dei sentimenti dei bambini, che appaiono, così, troppo fragili, timidi e in difficoltà o al contrario troppo solidi e senza fragilità. Spesso, infatti, questi bambini crescono, con figure genitoriali iper-rigide o, all’opposto, deboli e spaventati, per cui, direttamente o indirettamente, gli viene richiesto di farsi carico di pesi eccessivi, inadeguati alla loro età o di aspetti di responsabilità che sarebbero toccati ai genitori stessi.

                 Un’analisi del pensiero dei nostri pazienti con questi disturbi evidenzia come essi appaiano incapaci di lasciar andare le loro preoccupazioni e se ne facciano trascinare.

                  Con loro spesso utilizziamo la metafora della buca per spiegare come spesso essi scelgano di dirigere i propri pensieri verso gli obiettivi meno funzionali: ..è come se correndo verso un obiettivo una persona cadesse in una buca profonda. Le energie di una persona senza problemi di ansia sono indirizzate a venir fuori dalla buca e a riprendere la corsa verso i propri scopi. Una persona ansiosa quando casca nella buca ..inizia a scavare con la speranza (vana) di capire cosa ha creato la buca, come ha fatto a caderci, in che modo lui è sbagliato (che è profondamente diverso da “come ha fatto a fare uno sbaglio”). E via così fino a restare intrappolato in questi pensieri o, per restare nella metafora, in una buca che diventa sempre più profonda.

                  In sintesi, per rispondere alla domanda di partenza, (“Gentile Psicologo Roma, perché tutto ad un tratto, si diventa ansiosi in modo patologico o si comincia a soffrire di attacchi di panico?”): L’Ansia Generalizzata e il disturbo da Attacchi di panico fanno riferimento ad una specifica organizzazione caratteriale e di personalità.

                  Spesso non ha rilevanza l’evento traumatico che ha scatenato il tutto e, a volte, non è rintracciabile un vero e proprio trauma. In particolare negli attacchi di panico, spesso il primo attacco arriva in una situazione di relativa tranquillità e ciò rende quella crisi ancora più strana e devastante perché non se ne coglie i significato. Le persone lentamente si sovraccaricano e non rendendosi conto del sovraccarico continuano ad andare avanti e, se possibile, ad assumersi ancora più responsabilità e pesi, del resto spesso nessuno può sostenere quei pesi al posto loro.

                 Come in un film di Kassovitz di qualche anno fa (L’odio - 1995): (…)è la storia di uno che cade dall’ottantesimo piano e ad ogni piano che passa dice: “fin qui tutto bene!”. Il problema non è la caduta, è l’impatto.

                 Ma torniamo al lavoro dello psicologo: Come si fa per aprire il paracadute? Che intervento propone Psicologo Roma ?

 

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Ritornare a stare bene tranquillizzandosi e ricominciando a fare tutto

               Nel lavoro con i disturbi d’ansia o da attacchi di panico Psicologo Roma propone un modello di intervento sequenziale che mira innanzitutto a recuperare il senso di efficacia e di benessere e successivamente si propone di lavorare sugli aspetti di personalità che fanno da sostrato per lo sviluppo del disturbo.

               In pratica si insegnano innanzitutto strategie per gestire meglio ansia e stress e successivamente si lavora affinché i pazienti smettano di mascherarsi e diventino più rispettosi di sé stessi e dei propri sentimenti. Prima di entrare nel dettaglio del lavoro che Psicologo Roma propone per gestire le proprie emozioni e tranquillizzarsi è utile sottolineare che il lavoro successivo sulla personalità è fondamentale perché le acquisizioni di questa prima trance del lavoro siano stabilizzate.

              Se lo psicologo lavora solo per aumentare la capacità di “resistenza allo stress” si rischia che nel corso del tempo il paziente torni a sovraccaricarsi di pesi e responsabilità e che si presentino delle ricadute nei comportamenti sintomatici. Affronteremo il lavoro sulla personalità nel prossimo paragrafo ora concentriamoci sull’intervento di recupero della serenità e della normalità che può essere a sua volta suddiviso in 4 fasi:

 

Fase uno: Imparare a tranquillizzarsi;

Fase due: Imparare a star bene (stabilizzazione del benessere e superamento dell’ansia);

Fase tre: Ricominciare a fare tutto! Smettere di evitare situazioni;

Fase quattro: Imparare ad usare l’ansia (la metafora dei superpoteri).

 

            Analizziamole nel dettaglio:

Fase uno: Imparare a tranquillizzarsi

               Va da sé che, se una difficoltà delle persone che soffrono di disturbo d’ansia e di attacchi di panico è l’incapacità di tranquillizzarsi, lo psicologo deve insegnare questa capacità ai propri pazienti. Cosa propone in questo senso Psicologo Roma? Innanzitutto l’ipnosi e l’autoipnosi, il training autogeno, e il training per l’attenzione. In questa direzione trovano grande efficacia anche tecniche meditative (mindfulness). In realtà questi strumenti si integrano con un lavoro sull’agenda degli impegni e con una diversa organizzazione del tempo libero. Molto rapidamente i pazienti hanno la possibilità di sperimentare l’efficacia degli strumenti proposti e cominciano a risperimentare situazioni di benessere.

 

Fase due: Imparare a star bene

               Mano a mano che questi strumenti diventano più disponibili nella quotidianità del paziente la situazione di benessere può stabilizzarsi e sempre di più l’ansia viene ridimensionata e superata. Questa fase permette ai pazienti di recuperare il senso si efficacia e di sentirsi sempre più sicuri. Si passa così alla fase successiva.

 

Fase tre: Ricominciare a fare tutto!

               Smettere di evitare situazioni L’evitamento delle situazioni ansiogene resta una delle caratteristica di tutti i disturbi d’ansia. Nello stesso modo, lasciarsi alle spalle l’evitamento, è uno degli obiettivi più importanti. Infatti, solo smettendo di evitare situazioni di cui si ha paura e ricominciando a riprendersi tutti i propri spazi e tornando pienamente se stessi permette di superare davvero il disturbo.

 

Fase quattro: Imparare ad usare l’ansia

               Infine, l’ultimo obiettivo di questa parte del lavoro è quello di riprendersi e di recuperare l’ansia per se stessi. Ma questo cosa vuol dire? A volte ai nostri pazienti raccontiamo la storia di nonno Stefano e dei suoi superpoteri. Dalla seconda guerra mondiale nonno Stefano riportò una scheggia di granata nel ginocchio. L’effetto sulla gamba fu una zoppia persistente e qualche dolore… ma non solo! Dopo aver smesso di lamentarsi dei dolori e dell’impossibilità di camminare e correre come prima nonno Stefano cominciò a sviluppare la capacità di anticipare le condizioni meteo con precisione straordinaria. E così il prurito della gamba anticipava l’abbassamento della temperatura; il dolore anticipava la pioggia o la neve; e via così. L’ansia è un segnale importante e utile e solo quando si recupera la sensibilità al segnale ci si può proteggere e si possono mettere in campo comportamenti realmente efficaci per la propria salute e il proprio benessere.

              A questo punto si è guariti?

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Cambiare gli aspetti di Personalità che riportano all’Ansia

             E’ davvero importante chiedersi quando si è davvero guariti dall’ansia o dagli attacchi di panico. Nella casistica di ogni psicologo e nella stessa esperienza dei nostri pazienti l’alternanza di momenti buoni e di periodi di recrudescenza è spesso presente (soprattutto in quei pazienti che chiedono l’aiuto dello psicologo dopo molti anni che l’ansia o gli attacchi di panico si sono presentati le prime volte).

             Spesso, infatti, l’ansia che cresce oltre misura o gli attacchi di panico impongono ai pazienti di ridimensionare i propri impegni ed evitare situazioni stressanti.

             L’alleggerimento che consegue all’acutizzarsi del disturbo lentamente permette di ritrovare una qualche forma di benessere.

             Quando le cose cominciano ad andare meglio i pazienti ricominciano a ricaricarsi dei vecchi impegni e delle vecchie responsabilità e, a volte, la paura di essere ritenuti poco capaci o inefficienti (se non malati e fragili) li spinge a caricarsi anche di responsabilità e impegni aggiuntivi. Si innesca così un nuovo circolo vizioso che presto riporta l’ansia a livelli patologici. E il cerchio riparte.

             Spessissimo, come abbiamo già spiegato altrove, nella esperienza dello psicologo nel nostro studio di Roma compaiono persone sovraccariche di lavoro, impegni, responsabilità lavorative personali e familiari, che ci chiedono di aumentare la loro capacità di resistenza allo stress ma solo raramente prendono in considerazione il fatto che probabilmente si stanno muovendo al di là delle proprie forze. Queste persone, infatti, non si sentono sovraccariche si sentono solo limitate dall’ansia.

                Quando lo psicologo, e chiaramente non accade solo nel nostro studio di Roma, gli fa notare il carico a cui sono sottoposti e la possibilità reale di lasciar andare impegni e responsabilità si rendono conto del peso e accettano di ridurlo… ma spesso i buoni propositi crollano nel corso delle settimane o dei mesi.

                Così dopo un certo tempo i carichi tornano sulle loro spalle come attratti e calamitati da una forza irresistibile. Perché succede questo?

                Il modello iper-responsabile di funzionamento dei soggetti ansiosi molto spesso non è solo legato ad un apprendimento superficiale ma ad aspetti più profondi a veri e propri Schemi profondi di funzionamento degli individui ovvero ad aspetti della personalità. Potremmo sintetizzare un apprendimento superficiale con l’affermazione “comportarmi in questo modo mi permette di raggiungere i miei risultati”.

                Quando, nel lavoro dello psicologo, si ha a che fare con questo tipo di apprendimenti la soluzione è relativamente semplice. Basta un confronto emotivamente coinvolgente con lo psicologo, una spiegazione razionale, una piccola esperienza al di fuori del rapporto con lo psicologo con persone più o meno significative o coinvolgenti per imparare qualcosa di nuovo di più utile e più funzionale. Il comportamento può cambiare e le conseguenze non si ripresentano più. Ripetiamolo, il lavoro dello psicologo in questi casi è semplice.

                   Uno Schema profondo di funzionamento è un agglomerato di emozioni e pensieri, spesso assolutamente inconsci, che, per semplificare, si può riassumere con un’affermazione di questo tipo: “Il mondo va in questo modo e se io non riesco a portare avanti le mie responsabilità e dimostrare sempre e a tutti il mio valore e le mie qualità non potrò mai aspettarmi di essere amato… del resto se si accorgessero di come sono nella realtà resterei solo comunque!” Oltre all’affermazione (che è solo un esempio) gli schemi portano un seguito di emozioni che determinano in modo quasi automatico l’adozione di certi comportamenti . Per intenderci, se io sono davanti ad una situazione stressante proverà una tale paura che sarà impossibile non reagire caricandomi di responsabilità e impegni. La paura, e la perdita di lucidità conseguente, determineranno azioni e reazioni a catena.

                    Quando i comportamenti iper-responsabili delle persone con disturbo d’ansia e da attacchi di panico sono legati a Schemi profondi e ad tratti profondi della personalità tenderanno a ripresentarsi nelle situazioni di stress.

                    Diventa necessario così nel lavoro che Psicologo Roma propone la possibilità di lavorare su questi aspetti più profondi.

              Cambiare gli Schemi Profondi di funzionamento vuol dire cambiare l’organizzazione di personalità ed evitare che nel tempo il paziente riscivoli verso il baratro. Per una descrizione del lavoro sugli schemi possono essere utili modelli di intervento come la Schema Terapy.

                    Ma sostanzialmente ciò che Psicologo Roma propone in questa seconda parte del lavoro è uno spostamento del lavoro dalla gestione dell’ansia al vivere bene la propria vita e le proprie esperienze. Infine, quando il lavoro sarà terminato Psicologo Roma propone sedute di follow-up, di verifica e controllo, con il duplice scopo di monitorare che effettivamente tutto proceda al meglio e che sia possibile per lo psicologo sostenere e intervenire in caso di necessità per aiutare il paziente laddove ci fossero delle difficoltà.

                    In maniera un po’ paradossale il disagio alla fine del percorso con Psicologo Roma potrà essere guardato con occhi nuovi e apparire una opportunità, seppur dolorosa, di cambiamento in meglio.

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Altri aspetti importanti secondo Psicologo Roma

                  Proviamo, infine, a rispondere ad alcune domande relative ad aspetti che spesso ci vengono proposti nei nostri primi incontri.

 

LO PSICOLOGO COME UN SARTO: UN VESTITO SU MISURA

                Seppure nella sostanza il lavoro dello psicologo prevede il fatto di accompagnare il paziente attraverso specifiche tappe quello che resta definito è una sorta di canovaccio sul quale costruire un vestito su misura per quello specifico paziente. Normalmente le prime tecniche che proponiamo a Psicologo Roma sono quelle che nella nostra esperienza risultano più efficaci ed efficienti nel ottenere i risultati sperati con il minimo sforzo.

                 A volte succede che il paziente non trova certe tecniche conformi al suo modo di intendere la psicoterapia o semplicemente non adatte alla propria personalità. Seppure, ad esempio troviamo l’ipnosi e l’autoipnosi, strumenti estremamente efficaci in questi disturbi, non sempre i pazienti hanno voglia di avere esperienze con l’ipnosi.

               Proponiamo così strumenti alternativi presentando pro e contro delle varie scelte e costruendo insieme al paziente il lavoro di terapia. Lo psicologo lavora come un sarto che, in accordo con i gusti del cliente, costruisce un vestito che questi potrà portare nelle occasioni in cui si renderà necessario.

 

VANTAGGI SECONDARI: QUANDO STAR MALE SERVE AL PAZIENTE

                  Un aspetto importante che è rimasto ai margini della presente trattazione ma che riteniamo utile affrontare per completezza è relativo a quelli che vengono definiti i vantaggi secondari del sintomo. Un noto comico recitava qualche anno fa “Nessuno fa niente per niente. Sarebbe uno spreco per tutt’e due.”

                  Si intendono con vantaggi secondari quei benefici che incidentalmente il paziente ricava dalla sua malattia. Ad esempio un nostro paziente, depresso, avrebbe potuto ricevere una discreta somma dalla sua assicurazione… purché fosse rimasto depresso! O ancora, una cara paziente, mi confidò come certe sue fobie, seppur vere e invalidanti, le permettevano di punire il marito (colpevole di essere spesso irascibile e collerico), costringendolo ad eseguire faticosi impegni… non era colpa di lei era colpa della sua malattia! 

                   Per restare sul tema, una donna forte e temeraria poteva finalmente chiedere aiuto ai suoi familiari quando aveva i suoi attacchi di panico e la situazione era in quei casi così impellente che nessuno poteva esimersi da un intervento immediato mentre di solito tutti poggiavano sulle spalle di lei per ogni incombenza. Per inciso, ad ognuno veniva richiesto, inoltre, di riprendersi le proprie responsabilità e di tornare a farsi carico di se stesso e delle proprie incombenze.

                   E’ importante nel lavoro con lo psicologo tenere conto dei vantaggi secondari. Questi, infatti, finiscono per diventare una sorta di attrattore e stabilizzatore della patologia. Solo quando si trova un modo “normale” e d efficace per ottenere gli stessi risultati la patologia può essere riaccantonata.

 

IL PAZIENTE DESIGNATO: QUANDO STAR MALE SERVE AL SISTEMA

                     Uno dei principi basilari degli interventi dello psicologo nel lavoro con la famiglia è che i sistemi tendono mettere in atto una serie di meccanismi per mantenere il proprio equilibrio interno. Sia chiaro che questo non ha a che fare con l’affetto che si nutre in famiglia ma, piuttosto, con una sorta di complicità tra i vari membri della famiglia a mantenere lo status quo, solitamente amplificato, più o meno inconsapevolmente, dalle personali difficoltà di ciascuno a trovare un’organizzazione diversa.

                     Ad esempio, per una famiglia di nostri pazienti era più facile gestire le crisi di ansia e gli attacchi di panico della figlia minore che modificare l’organizzazione familiare che prevedeva il papà lontano e la mamma ad occuparsi dei figli. Lo svincolo della ragazza avrebbe fatto palesare in modo esplosivo le difficoltà coniugali ed avrebbe richiesto alla figlia maggiore di rinunciare a dipendere economicamente dai genitori. Perché la figlia minore potesse recuperare la sua autonomia tutti gli altri avrebbero dovuto farsi carico della propria situazione. Noi di Psicologo Roma riteniamo sempre utile dare uno sguardo alla situazione familiare.

 

PERDONARSI: QUANDO CAMBIARE È “TROPPO FACILE”

                   Chiudendo vogliamo descrivere una situazione con la quale lo psicologo deve confrontarsi. A volta la soluzione che si palesa nel lavoro con lo psicologo è semplice. Come il problema dell’uovo di colombo è facile quando hai la soluzione.

                  A volte, però, sembra che cambiare e troppo facile. Da una parte c’è la diffidenza di una soluzione ritenuta, forse, semplicistica. In questo caso sono i fatti a parlare. Si può semplicemente provare e vedere quello che succede. Dall’altra, ed è l’aspetto su cui vorremmo puntare l’attenzione, per guarire è necessario perdonarsi: perdonarsi per il male che si è fatto a se stessi per tanto tempo, per le occasioni mancate, per i sacrifici fatti, per non averlo saputo fare prima, per il tempo sprecato… Vorremmo essere stati sempre perfetti.

                   In realtà perdonarsi ha a che fare con l’idea che non saremo mai perfetti e che dobbiamo accettare che spesso sbagliare e soffrire le conseguenze di quello sbaglio sono l’unico modo di accorgerci che qualcosa non va. Solo a questo punto possiamo smettere di sentirci sbagliati e cominciare a fare ciò che è buono …in attesa di sbagliare di nuovo e imparare a risolvere un altro problema.

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Contattaci pure

 

                 Presso Lo Studio Associato di Psicologia e Psicoterapia EmotivaMente di Roma,

il dottor Francesco D'Onghia e la dottoressa Claudia Scarpati sono entrambi psicologi e psicoterapeuti, laureati presso la Facoltà di Psicologia dell'Università "La Sapienza" di Roma ed iscritti all'Ordine degli Psicologi della regione Lazio (Roma).
Esercitano a Roma in Via Montagne Rocciose, 44

Roma (Eur Laurentina Laghetto Aeronautica Europa).

Puoi prendere un appuntamento presso con lo Psicologo presso lo Studio di Psicologia e Psicoterapia "EmotivaMente" di Roma telefonando ai numeri:

Dott. Francesco D'Onghia - 347 2265998
D.ssa Claudia Scarpati - 340 8048443

oppure scrivendo a


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(Ricorda di inviare il tuo recapito telefonico per essere ricontattato più velocemente) 

 

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